La Riabilitazione Non ha Confini


Cooperazione Internazionale in ambito riabilitativo


La volontà di aiutare le persone disabili ha spinto Germano Pestelli a diventare medico e la consapevolezza del valore della solidarietà lo ha portato a mettere la sua professione al servizio delle comunità meno fortunate.

L’attività di cooperazione iniziò nel 1999 grazie all’incontro con Don Carlo Zaccaro, allora impegnato in Albania. Il legame del dr.Pestelli con questo paese continua tutt’oggi: con la ONG Madonnina del Grappa di Firenze ha aperto un centro di riabilitazione gratuito a Scutari, in questa città il dr. Pestelli ha inoltre insegnato per 13 anni al corso di Fisioterapia e oggi tiene, insieme ad altri esperti, periodici master e corsi di aggiornamento per i fisioterapisti locali con l’idea che formare, ovvero dare gli strumenti per lavorare a chi vive in questi paesi, sia il vero modo di fornire loro aiuto.

I Paesi attualmente definiti a medio basse risorse economiche ed in passato riconosciuti come “terzo Mondo” sono molti e molteplici distribuiti in tutti i continenti forse ad eccezione dell’Australia.
Sono sopravvissuti economicamente nel tempo grazie ad aiuti dati da chi poteva anche se sfruttati dal colonialismo e da chi, nascondendosi dietro gli aiuti, in realtà traeva profitto da ciò che faceva senza in realtà dare quanto riceveva.
Ma da tempo molti uomini, chiamiamoli di buona volontà, fossero essi laici o secolari, andavano in quelle terre non per conquistarle ma per portare un aiuto sostanzioso alla qualità di vita degli abitanti. Per cui si sono costruite strade, ospedali e servizi che, in qualche maniera e con tante difficoltà, riuscivano e riescono a dare una risposta molto parziale ai bisogni di assistenza e qualità di vita di questi Paesi e dei loro abitanti.

Iniziai questa mia attività di cooperazione nel 1999 grazie all’incontro con un sacerdote toscano Don Carlo Zaccaro, un ragazzo di 77 anni, che faceva settimanalmente la spola tra l’Italia e Scutari, in Albania, che allora era dilaniata da problemi politici interni e da una povertà disarmante. Il motto di Don Carlo era “Non esistono problemi ma solo soluzioni”. Tuttora me lo ripeto spesso quando sono in difficoltà.
Cresciuto nel mondo cattolico a Forlì in una parrocchia di periferia dove già nel 1970 si raccoglievano stracci, ferro e carta per trasformarli in denaro ed aiuti da inviare ad Annalena Tonelli a Wajir in Kenya, poi iscrittomi a Medicina con l’idea di aiutare le persone disabili ed è per questo che scelsi la specialità di Riabilitazione, che allora si chiamava Fisiokinesiterapia.
Decidere poi di andare in paesi a basse risorse per aiutare le persone disabili fu, di fatto, una scelta consequenziale a quelle che erano sempre state le idee portanti della mia vita che occorreva coniugarle con le parole di solidarietà, accoglienza, aiuto. Medico ero e sono, e pertanto ho cercato di mettere ciò che sapevo al servizio delle comunità che via via incontravo.
In Albania vado tuttora, e con la ONG Madonnina del Grappa di Firenze abbiamo aperto un centro di riabilitazione a Scutari dove le persone poco abbienti vengono curate gratuitamente e dove lavorano anche una suora medico internista, una suora medico cardiologo, una collega albanese specializzata in cardiologia infantile e tre fisioterapisti locali (diplomati alla scuola voluta da don Carlo e gestita dall’Università di Scutari, che dal 2007 in poi ha formato oltre 100 fisioterapisti che permettono ai cittadini albanesi di non dover ricorrere ad esodi per curarsi).
Attualmente a Scutari, dopo che ho insegnato per 13 anni al corso di Fisioterapia, stiamo facendo periodici master e corsi di aggiornamento per i fisioterapisti locali, in collaborazione con l’Università e il Sistema sanitario pubblico. Personalmente sto anche collaborando all’organizzazione della riabilitazione nei territori della regione di Nord-Albania.

Quando ci si mette in gioco in questi settori bisogna giocare: nel 2003 una ONLUS veneta “Iamyouandyouareme” mi chieste un impegno in Etiopia presso l’ospedale delle suore di madre Teresa di Calcutta ad Addis Abeba; accettai volentieri e con un gruppo di medici e fisioterapisti iniziammo missioni annuali di formazione dei 50, giovani e meno giovani, che praticavano la riabilitazione nei compounds delle suore di Madre Teresa in vari territori dell‘Etiopia. Corsi di formazione che abbiamo fatto per 5 anni di seguito e che ora continuano grazie ad alcuni terapisti che vanno periodicamente per corsi di aggiornamento in loco.
Ho sempre ritenuto che la formazione, ovvero dare gli strumenti per lavorare a chi rimane, fosse e sia il vero modo di aiutare queste persone per migliorare la qualità di vita nei loro Paesi.
Poi vennero Moldova, Guatemala, Perù, Macedonia, Ucraina, Montenegro, Romania, Giordania, Ghana e Gibuti; in tutti si è fatta innanzitutto formazione poi ovviamente anche attività clinica e di riabilitazione, nonché spesso consulenza ai sistemi sanitari locali. Quando l’emergenza Covid-19 sarà superata confidiamo di riprendere le attività in Kazhakistan, Mozambico, Madagascar, Colombia, Siria e ritorno a Gibuti. Permangono invece le relazioni a distanza via internet in Giordania, Ucraina, Romania, Perù e Guatemala.
Il “Gruppo” nel frattempo si è ampliato e comprende altri medici oltre che fisioterapisti, terapisti occupazionali, infermieri e volontari.
Lascio per ultimo il discorso sullo Yemen, dove non sono mai stato ma ho avuto la possibilità di aiutare i profughi yemeniti mentre ero ad Amman, città in cui sono rifugiati in un quartiere periferico e seguiti da varie associazioni locali ed internazionali compreso Medici senza frontiere. Persone con dignità che fuggono da una guerra che mai fu così assurda e proterva contro una popolazione inerme: sono morti negli ultimi 4 anni almeno 90 mila bambini e sono state distrutte città storiche come Sanà e Taziz. Nel silenzio e con la connivenza di troppi ogni giorno si bombardano abitazioni civili e si semina disperazione.

Comunico volentieri questa attività che svolgo in giro per il Mondo. Se qualcuno di voi medico fisiatra, fisioterapista, terapista occupazionale, infermiere o volontario fosse interessato ad approfondire conoscenza mi può contattare alla email: germanopestelli@gmail.com

Ringrazio l’Associazione ARAR che mi ha permesso di usufruire di questo spazio.

Germano Pestelli
Medico specialista in Riabilitazione
Cooperante internazionale